mercoledì 30 marzo 2011

Prossimi appuntamenti

Ciao a tutti!
A beneficio di tutti coloro che non sono potuti intervenire venerdì scorso all'assemblea che si è tenuta nella nostra sezione/circolo di via Giannone, vi informiamo che l’iniziativa è andata molto bene: sia per la partecipazione (abbiamo dovuto aprire la serranda che da sulla strada per permettere a tutti di partecipare), sia per la qualità degli interventi (tutti positivi e propositivi anche se talora molto critici), sia per le conclusioni di Fabio Mussi, acuto e scoppiettante come sempre. Veramente una bella serata di politica, per la nostra sezione e per tutta Sinistra Ecologia e Libertà di Roma!
Vi trasmettiamo una serie di appuntamenti per i prossimi giorni:
mercoledì 30 Marzo alle 18.00
all'Alpheus in via del Commercio 36
si svolgerà un’assemblea per preparare la manifestazione del 9 aprile “Il nostro tempo è adesso” contro i tagli a scuola e università, contro i tagli al diritto allo studio, contro il precariato e contro la guerra, verso lo sciopero generale del 6 maggio.
Mercoledì 30 Marzo alle ore 18.00,
Palazzo Valentini, Sala Di Liegro, via IV Novembre 119,
In occasione del 96° compleanno di Pietro Ingrao, si terrà la presentazione del volume Indignarsi non basta scritto da Pietro Ingrao e curato da Maria Luisa Boccia e Alberto Olivetti.
Interveranno, insieme ai curatori del volume,
Pietro Ingrao, in collegamento video.
Furio Colombo
Ida Dominijanni
Luca Telese
Nichi Vendola
Porterà il suo saluto la vice-presidente della Provincia di Roma Cecilia d’Elia
Tanti auguri Pietro!
Giovedì 31 Marzo alle ore 17.00
presso la Sala Centofiori- Associazione Centofiori- Via Goito, 35/b, si svolgerà la prima riunione delle coordinatrici e dei coordinatori dei circoli di SEL Area Metropolitana di Roma (alè, era ora!)
sabato 2 Aprile ore 11.00
piazza Mazzini, angolo via Ferrari, si svolgerà una manifestazione organizzata dalla maggioranza di centrosinistra del XVII municipio per protestare contro lo scempio dei cartelloni pubblicitari abusivi che deturpano le piazze e le vie della nostra città. Alleghiamo il volantino dell’iniziativa e invitiamo a partecipare tutti i nostri iscritti e simpatizzanti. Sarà presente la nostra consigliera Anna Vincenzoni.
Sabato 2 Aprile ore 15.00
piazza San Giovanni No alla guerra, stop ai bombardamenti, cessate il fuoco; con le rivoluzioni e le lotte per la libertà e democrazia dei popoli del Mediterraneo e dei paesi arabi; contro tutti i dittatori, i regimi, le occupazioni militari, le repressioni in corso; accoglienza, asilo e protezione per i migranti”: con queste motivazioni, è stata indetta per il 2 aprile una Giornata nazionale di mobilitazione contro l’intervento in Libia, che si svolgerà su tutto il territorio nazionale con manifestazioni, sit-in e cortei.
Per ultimo vi ricordiamo che
martedì 5 aprile alle ore 18.00
presso la nostra sezione di via Giannone si terrà la terza lezione del corso di economia tenuto da Aldo Carra. Tratteremo un tema di grande importanza - il Pil - vi preghiamo quindi di non mancare. Alleghiamo le slide della lezione
Un abbraccio a tutte e a tutti!

sabato 26 marzo 2011

No alla guerra e no a Gheddaffi. La posizione di SEL

La guerra contro la Libia è la risposta più sbagliata e pericolosa alla domanda di democrazia che si è affermata in tutto il Mediterraneo nel corso degli ultimi mesi. Chiediamo un immediato cessate il fuoco per consentire l’avvio di un negoziato tra le parti che abbia come interesse superiore quello della protezione delle popolazioni civili, con l’obiettivo di mantenere l’integrita’ e l’autonomia di quel Paese sotto un nuovo governo democratico. Chiediamo che si apra subito un corridoio umanitario per consentire ai profughi di salvarsi dalla guerra e l’immediata predisposizione degli strumenti piu’ adeguati per garantire ad essi un’accoglienza su tutto il territorio europeo

A meno di ventiquattro ore dall’avvio dei bombardamenti da parte della Coalizione dei volenterosi appare evidente che lo scenario più  probabile è quello di una vera e propria escalation militare, che potrebbe portare ad esiti che vanno ben oltre la stessa risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, ivi compresa l’invasione militare terrestre delle forze della coalizione.
Il presidente Sarkozy ha ribadito, fin dall’avvio dei bombardamenti francesi, che l’obiettivo da perseguire è quello di “andare fino in fondo”, prefigurando uno scenario di guerra che è ben distante dalle iniziali dichiarazioni di protezione delle parti che avevano partecipato alla ribellione contro il regime totalitario del colonnello Gheddafi. Per questo, fin da subito, come Sinistra Ecologia Libertà, avevamo espresso la netta contrarieta’ per la parte della risoluzione 1973 che consentiva l’uso dell’offensiva militare ad una coalizione di cui, oggi, l’Italia fa pienamente parte. Questa risoluzione è tardiva, a fronte di una situazione sul campo libico che necessitava un celere intervento politico e diplomatico a favore degli insorti quando questi ultimi avevano il pieno controllo di una parte importante del Paese e prima che Gheddafi potesse riorganizzare le sue forze e procedere alla riconquista delle zone liberate dal suo regime. Le settimane che sono trascorse hanno evidenziato la debolezza dell’intervento politico della comunità internazionale, che non è riuscita neppure ad imporre le sanzioni economiche e commerciali che avrebbero davvero indebolito il regime di Gheddafi, dal congelamento dei conti e delle partecipazioni azionarie legate al rais fino all’indispensabile e totale embargo del commercio delle armi.
Siamo convinti che il principio della non interferenza negli affari dei singoli stati sia un delitto contro un principio più grande ed importante, quello del rispetto dei diritti umani. Siamo altresì convinti che ogni qual volta la parola “umanitario” si sia accostata alla guerra si siano prodotte violazioni e violenze ancora più gravi. La realpolitik seleziona i diritti umani a seconda degli obiettivi strategici. Accade così che in Yemen si spari sulla folla che protesta, provocando decine di vittime, che in Bahrein ci sia l’intervento repressivo dell’Arabia Saudita, per non parlare di quanto accade da anni in Somalia o, più recentemente, in Costa d’Avorio, senza che vi sia una reazione degna da parte della comunità internazionale a garanzia del principio, evidentemente per essa NON universale, della tutela dei diritti umani.
Consideriamo il colonnello Gheddafi uno dei peggiori dittatori del pianeta. Senza esitazioni, mentre gran parte dei paesi occidentali lo riveriva, ne abbiamo denunciato le nefandezze. Mentre il presidente del Consiglio Berlusconi si affannava nel baciamano al tiranno, grato per i suoi servigi economici ed ancor di piu’ per la ferocia con la quale la Libia controllava il flusso dei migranti dall’Africa, noi eravamo dalla parte di chi chiedeva la revoca del trattato con la Libia e l’immediata messa in opera di misure che proteggessero le vite dei migranti detenuti nel deserto libico.
Siamo stati fin dall’inizio e senza esitazioni dalla parte delle popolazioni che, sollevandosi, hanno rovesciato i regimi autocratici della Tunisia e dell’Egitto, cosi’ come abbiamo sostenuto e sosterremo le mobilitazioni per la liberta’ e la democrazia in Marocco, Algeria, Yemen, Bahrein e Albania. Lo abbiamo fatto con convinzione, sicuri che il complice silenzio di Paesi oggi in prima fila nella guerra, come la Francia e l’Italia, fosse motivato da opportunismo balbettante oltre che dalla reale incomprensione di cio’ che in quei Paesi stesse accadendo, a partire dalla scomparsa dell’orizzonte fondamentalista nella narrazione di quelle società. E’ evidente, infatti, che gli unici soggetti che avessero rapporti con quelle realta’ fossero le forze della societa’ civile internazionale, nelle quali pienamente ci riconosciamo, e non certo le diplomazie a lungo complici dei regimi.
Per noi il no alla guerra e l’inimicizia e l’avversione nei confronti di Gheddafi hanno ugual rilievo. Dobbiamo uscire dal vicolo cieco tra inerzia e guerra per generalizzare il tema dei diritti umani e della democrazia.
Per questo chiediamo che il nostro Paese non partecipi, in ottemperanza all’articolo 11 della Costituzione e anche in ragione del passato colonialista dell’Italia, alla guerra promossa dalla cosiddetta Coalizione dei volenterosi e che, al contrario, l’Italia si faccia promotrice di una iniziativa politica per determinare il cessate il fuoco e l’apertura del tavolo negoziale, oltre  a richiedere l’applicazione delle parti della risoluzione 1973 che consentirebbero di promuovere un’ intervento positivo per il cambio del regime e la protezione dei civili. Per ottenere questo risultato è fondamentale il coinvolgimento dell’Unione Africana e della stessa Lega Araba, che stanno prendendo pesantemente le distanze dall’intervento militare. Gli stessi Paesi che si sono astenuti sulla risoluzione 1973, a partire dalla Cina passando per la Germania, il Brasile e la Russia, stanno indicando nell’intervento militare una forzatura della stessa risoluzione. Insistiamo nel credere che sia il tempo del cessate il fuoco per consentire a forze  di interposizione sotto chiaro mandato dell’Onu, di Paesi che non abbiano partecipato all’attacco di queste ore e che non abbiano interessi economici diretti nell’area, di garantire la transizione alla democrazia e la protezione dei civili.
Siamo molto preoccupati per ciò che l’intervento militare può voler dire per le stesse domande di democrazia espresse in quell’area, pregiudicando la direzione progressista delle rivoluzioni arabe: dal silenzio dei governi occidentali alla guerra come unico strumento di relazione internazionale, siamo di fronte al peggior volto dell’occidente.
Riteniamo che ci debba essere un ruolo completamente diverso dell’Europa. L’iniziativa francese e l’inerzia tedesca rappresentano l’evidente assenza di una politica comune. Le pericolose dichiarazioni di irresponsabilità dei governi europei, in cui l’Italia tristemente primeggia, nei confronti dei profughi ne evidenzia la regressione culturale e civile. Essere una superpotenza affacciata su un mare in ebollizione comporta tutt’altre responsabilita’. Si adotti, quindi, una vera politica euro-mediterranea, che impedisca alla guerra di essere la “continuazione dell’inesistenza della politica”. Si affronti l’emergenza profughi sospendendo il Frontex e determinando una nuova politica di accoglienza ed integrazione di uomini e donne i cui diritti umani non possono essere difesi con le bombe nei Paesi di provenienza, per poi essere calpestati appena mettano piede sul suolo europeo. Non si dimentichi mai che la piu’ grande violazione dei diritti umani Gheddafi l’ha messa in opera proprio sui migranti, su mandato delle potenze europee, e che di queste violazioni in primo luogo dovrà rispondere al Tribunale penale internazionale. Una politica euromediterranea che sappia tutelare davvero i diritti e la sicurezza delle popolazioni, a partire dal riconoscimento dei diritti e della sicurezza reciproca di Israele e Palestina.
Siamo convinti che questo sia il momento di coinvolgere l’opinione pubblica in una generale mobilitazione per i diritti umani, la democrazia e la pace. Proprio per questo chiediamo di non militarizzare innanzitutto i pensieri, di non abbandonare mai lo spirito critico e la cognizione delle conseguenze che gli atti di queste ore possono determinare. La costruzione della pace è l’unica alternativa e non possiamo scoraggiarci dicendo che il suo raggiungimento sia pieno di ostacoli. Costruire la pace significa dire la verità, emanciparsi da ogni logica di campo, essere contro i dittatori senza esitazioni e stare sempre dalla parte delle popolazioni che subiscono le violenze delle guerre.

martedì 22 marzo 2011

Le nostre prossime iniziative


Venerdì 25 marzo, alle ore 17.30

si svolgerà nella nostra sezione/circolo di via Giannone, 5 un’assemblea pubblica con Fabio Mussi sul tema della costruzione di Sinistra Ecologia Libertà dal titolo

Libia, Giappone e la buona politica.

All’assemblea interverrà anche Giancarlo Torricelli, coordinatore SEL Area Metropolitana di Roma.

Vi informiamo poi che

Sabato 26 marzo 2011 ore 10.00

presso la Sala delle carte Geografiche di via Napoli 36, si svolgerà l’Assemblea Nazionale degli Amministratori locali di SEL, dal titolo

CITTA’ BENI COMUNI - Elezioni amministrative 2011

Introduce Paolo Cento

Intervengono il Forum dell’Acqua e il Comitato Referendario contro il Nucleare

Ore 13.00 CONCLUSIONI di NICHI VENDOLA

Ore 14.00 si raggiunge piazza della Repubblica per la manifestazione nazionale.

domenica 13 marzo 2011

Charlie Chaplin, Il grande dittatore - Discorso all'umanità

Mi dispiace. Ma io non voglio fare l'imperatore. No, non è il mio mestiere. Non voglio governare, né conquistare nessuno; vorrei aiutare tutti se è possibile: ebrei, ariani, uomini neri e bianchi. Tutti noi, esseri umani, dovremmo aiutarci sempre; dovremmo godere soltanto della felicità del prossimo. Non odiarci e disprezzarci l'un l'altro.
In questo mondo c'è posto per tutti: la natura è ricca, è sufficiente per tutti noi; la vita può essere felice e magnifica.
Ma noi lo abbiamo dimenticato.
L'avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitato il mondo nell'odio, ci ha condotto a passo d'oca a far le cose più abiette.
Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi; la macchina dell'abbondanza ci ha dato povertà; la scienza ci ha trasformato in cinici; l'abilità ci ha resi duri e cattivi.
Pensiamo troppo e sentiamo poco.
Più che macchinari, ci serve umanità.
Più che abilità, ci serve bontà e gentilezza.
Senza queste qualità, la vita è violenza, e tutto è perduto. L'aviazione e la radio hanno riavvicinato le genti. La natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà dell'uomo, reclama la fratellanza universale, l'unione dell'umanità. Perfino ora la mia voce raggiunge milioni di persone nel mondo, milioni di uomini, donne , bambini disperati.
Vittime di un sistema che impone agli uomini di torturare e imprigionare gente innocente.
A coloro che mi odono, io dico: non disperate, l'avidità che ci comanda è solamente un male passeggero. L'amarezza di uomini che temono le vie del progresso umano, l'odio degli uomini scompare insieme ai dittatori. E il potere che hanno tolto al popolo, ritornerà al popolo.
E qualsiasi mezzo usino, la libertà non può essere soppressa.
Soldati! Non cedete a dei bruti! Uomini che vi sfruttano! Che vi dicono come vivere! Cosa fare! Cosa dire! Cosa pensare! Che vi irreggimentano! Vi condizionano! Vi trattano come bestie! Non vi consegnate a questa gente senza un'anima!
Uomini macchina, con macchine al posto del cervello e del cuore.
Voi non siete macchine, voi non siete bestie, siete uomini!
Voi avete l'amore dell'umanità nel cuore. Voi non odiate coloro che odiano solo quelli che non hanno l'amore altrui.
Soldati! Non difendete la schiavitù! Ma la libertà!
Ricordate,
Promettendovi queste cose dei bruti sono andati al potere: mentivano, non hanno mantenuto quelle promesse e mai lo faranno. I dittatori forse son liberi perché rendono schiavo il popolo. Allora combattiamo per mantenere quelle promesse! Combattiamo per liberare il mondo, eliminando confini e barriere! Eliminando l'avidità, l'odio e l'intolleranza! Combattiamo per un mondo ragionevole; un mondo in cui la scienza e il progresso, diano a tutti gli uomini il benessere. Soldati! Nel nome della democrazia siate tutti uniti!

venerdì 11 marzo 2011

Salviamo tutti insieme la nostra Costituzione


Sabato 12 marzo alle ore 14.00

si svolgerà la manifestazione nazionale in difesa della Costituzione promossa da articolo 21 a cui SEL ha aderito. 

L’appuntamento è a piazza della Repubblica alle ore 14.00.

mercoledì 9 marzo 2011

Il Mediterraneo che cambia. E l'Europa?

venerdì 11 marzo alle ore 18.00

abbiamo organizzato nella nostra sezione di via Giannone, un’assemblea pubblica per discutere della situazione in Nord Africa. In queste ultime settimane sono caduti regimi trentennali, si è diffuso il vento di cambiamento in tutte le sponde del sud del Mediterraneo, si susseguono notizie contraddittorie sulle sorti del conflitto in atto in Libia.
Ci sembra che l’opinione pubblica, e la sinistra in particolare, abbia guardato a questi grandi mutamenti in maniera distaccata, come se questi avvenimenti non ci riguardassero.
Ma questi fatti invece investono direttamente tutti noi, al di là del problema dello spostamento di grandi masse di donne e uomini disperati verso le coste europee e dell’aumento del costo delle fonti di energia.
Si può veramente parlare di un “89” dei paesi arabi? Quale opportunità si aprono per i paesi delle due sponde del Mediterraneo? Che carattere hanno i governi che si stanno istaurando in Tunisia e in Egitto? Quale differenza con la situazione in Libia? Cosa pensiamo di un eventuale “intervento umanitario”?

Di tutto questo e di altro parleremo con:

Andrea Amato Presidente dell’IMED Istituto per il Mediterraneo

Elettra Deiana della presidenza di SEL

Gennaro Migliore del Coordinamento nazionale di SEL

Loretta Mussi Presidente di “Un ponte per”

Pasqualina Napoletano del forum politiche internazionali di SEL

Giuliana Sgrena Coordinatrice del forum politiche internazionali di SEL

lunedì 7 marzo 2011

SEL ha aderito alla manifestazione nazionale in difesa della Costituzione.

SEL ha aderito alla manifestazione nazionale che si svolgerà

Sabato 12 marzo alle ore 14.00 a piazza della Repubblica

in difesa della Costituzione.

A questo proposito pubblichiamo alcuni stralci di un articolo di Claudio Fava, del coordinamento nazionale di Sinistra Ecologia Liberta’, che, annunciando l’adesione e la partecipazione di Sel alla manifestazione, afferma:

Qualcuno, prima o poi, dovra’ spiegare a Silvio Berlusconi che il presidente del Consiglio dei ministri rappresenta, ahime’, non solo una maggioranza politica ma l’intero Paese. Di piu’: rappresenta lo Stato nella sua funzione di governo. E se il capo di un governo dice che la scuola pubblica del paese su cui governa fa schifo, delle due l’una: o ha bevuto oppure se ne fotte. Della scuola (pubblica), del Paese è degli italiani.
 Berlusconi evidentemente interpreta il suo mestiere come un forestiero che abita le stanze di Palazzo Chigi col pensiero inchiodato alle camere da letto di Palazzo Grazioli e di Arcore. E da forestiero ritiene naturale insultare la scuola pubblica, cioe’ dello Stato.
 In quell’insulto grossolano – insiste Fava – c’e’ il fastidio per un sistema scolastico che, pur tra mille difficolta’, continua a rappresentare uno dei pochi luoghi ancora liberi da condizionamenti e da ricatti.
 Per questo saranno tanti gli italiani in piazza sabato 12 marzo: la battaglia in difesa della Costituzione ha oggi un senso profondo, e’ proprio perche’ porta dentro di se’ la difesa, puntuale e inemendabile, di tutti i suoi diritti e i suoi valori. A cominciare dal diritto a un’istruzione pubblica e libera da condizionamenti, da obbedienze, da reticenze.

Per ultimo esprimiamo una grande gioia per la decisione presa dalla CGIL di indire lo sciopero generale per il 6 maggio 2011. Un’altra grande giornata di lotta ci aspetta…

mercoledì 2 marzo 2011

COMMISSIONI REGIONE LAZIO: SEL PRENDA LE DISTANZE

martedì 01 marzo 2011 13:01 - di Valentina Rinaldi - Categorie: Articoli Comunicati stampa

La scorsa settimana il Consiglio Regionale del Lazio ha costituito quattro commissioni speciali portando così a venti il totale, più di qualsiasi altra regione e più di Camera e Senato. A rendere ancora più grottesca e indigeribile la cosa è che uno dei presidenti, esponente della PDL, è stato recentemente arrestato per truffa e sospeso da consigliere. Tutto questo, in un periodo storico in cui la crisi rende la vita delle persone sempre più difficile e in una Regione dove la risposta alle domande dei cittadini è sempre meno soddisfacente. Si stanno chiudendo ospedali, posti letto e servizi sociali e si stanno aumentando tasse e tariffe per ripianare il deficit sanitario. Tutto questo ha delle ripercussioni gravissime su coloro che hanno più bisogno dei servizi pubblici. Questo immotivato incremento di costi e  relativi benefit (aumento dell’indennità, auto con autista,segreteria) è avvertito inevitabilmente come uno schiaffo in faccia alla decenza, aumentando la distanza tra classe politica e società. Purtroppo in questa vicenda anche SEL è stata partecipe con una presidenza, e siccome da circa due mesi faccio parte del coordinamento regionale, senza che mai la questione fosse stata posta, mi sento in dovere di dire la mia anche per rispondere al disagio presente al nostro interno.
Sono convinta che il consenso e la credibilità di SEL si giochi molto sulla coerenza tra parole e comportamenti; penso che il degrado della politica e l’assenza di etica nella cosa pubblica, la crisi di Berlusconi (per quale tutto è permesso dalla corruzione, alla prostituzione) rischia di far sprofondare questo paese resuscitando i peggiori istinti. In questo quadro di mancanza di fiducia nella politica e nei suoi rappresentanti siamo noi più di chiunque altro a dover tenere alta la bandiera della riforma della politica, dell’istituzione come luogo della rappresentanza, degli incarichi come servizio ai cittadini. Se la sinistra non sarà in grado di fare questo il destino sarà segnato: l’antipolitica sommergerà tutto e saranno i poteri forti a decidere del nostro futuro. Serve allora una forza che con intransigenza e rettitudine sappia opporsi a questo imbarbarimento, che sia capace di rappresentare un’altra idea e pratica della politica. Per questo ritengo un grave errore aver accettato anche noi questo ampliamento e questa spartizione che offusca e danneggia il profilo e l’immagine di SEL come forza alternativa , perché il nostro compito è proprio questo: scardinare certe logiche di Palazzo in nome della buona politica che è tale se incorpora misura e sobrietà. Si può sbagliare e non bisogna farne un dramma, l’importante però è riconoscere l’errore e porvi  rapidamente rimedio, ciò significa rivedere quella scelta e dichiarare la nostra indisponibilità ad assumere alcuna presidenza. Serve un gesto forte di alterità verso l’andamento dominante, di coerenza con quanto andiamo dicendo a partire da Nichi Vendola, di sintonia con il nostro mondo. Siamo ancora in tempo. Sbagliare è umano perseverare è diabolico.

Valentina Rinaldi

SEL Roma 17 contro le nuove commissioni create alla Regione Lazio

Leggiamo increduli che la Regione Lazio, mentre a causa del grave deficit economico-finanziario chiude Ospedali, Pronto Soccorso, Centri di riabilitazione e assistenza per le persone anziane, ha deciso di allargare a 20 le commissioni regionali, che già avevano raggiunto il numero ragguardevole di 16, record assoluto  tra le regioni italiane. 

Veniamo sapere, sempre più critici, che il presidente di una di queste commissioni speciali (Sicurezza e integrazione sociale, lotta alla criminalità), sarà uno dei due eletti alla Pisana di Sel, Filiberto Zaratti.

Viviamo un periodo storico in cui il solco che si è scavato tra i cittadini e chi li rappresenta diventa sempre più largo, in cui il vento becero dell’antipolitica, che si nutre dei privilegi e dell’indifferenza di quella che è stata chiamata Casta, soffia in maniera impetuosa. Mai come ora, nella storia del nostro Paese, la Politica e le istituzioni sono state percepite in maniera così distante dai cittadini.

Alla notizia della nascita di queste quattro nuove commissioni ci saremmo naturalmente indignati. Ora il fatto che nel novero delle forze politiche che hanno varato queste commissioni ci sia anche Sel, come dicevamo prima, ci lascia increduli.
Come altre migliaia di persone, abbiamo abbracciato Sel anche in nome della questione morale e della “buona politica”, e sono questi i valori che portiamo con noi quando nel nostro territorio ci confrontiamo con i cittadini, con le associazioni, con le altre forze politiche.

Come iscritti e militanti di Sel, chiediamo se questi temi si sarebbero potuti affrontare sia nelle commissioni ordinarie che con mezzi che non comportino un moltiplicarsi di cariche e di spese
Pensiamo inoltre di avere il diritto di sapere per quale motivo e in quale contesto, invece di condurre una battaglia contro questa ennesima prova di mal governo della giunta Polverini, è stata presa la decisione di partecipare a quella che agli occhi dell’opinione pubblica non è altro che un’ulteriore costosa e provocatoria spartizione di poltrone.


L’assemblea degli iscritti alla sezione/circolo di Sel di Borgo - Trionfale - Prati - Delle Vittorie
24 febbraio 2011

Odg dell'assemblea degli iscritti di SEL Roma 17 sull'organizzazione del partito a Roma

Il circolo/sezione di via Giannone del 17 municipio costituisce una delle realtà più significative di SEL di Roma. Non solo perché, contando 105 iscritti, è uno degli circoli più numerosi, ma soprattutto perché rappresenta una forza politica radicata e riconosciuta nel nostro territorio che in questi anni ha portato avanti un'idea di una sinistra dialogante, aperta, concreta. 

Siamo però molto preoccupati da alcuni segnali che ci stanno arrivando in maniera inequivocabile.
Il primo è sicuramente il proliferare dei circoli in vista del congresso che si è svolto ad ottobre, fenomeno che ha visto coinvolto anche il nostro municipio. La nascita di tante realtà territoriali non può che farci felici. Temiamo però che la mancanza di attività politica da parte di alcuni di essi alimenti il sospetto che essi siano di fatto delle emanazioni dirette degli eletti, utili solamente per creare i nuovi organismi dirigenti.

Abbiamo colto con gioia la decisione presa al congresso regionale dell’elezione da parte degli iscritti dei coordinatori dei comuni e dei municipi di Roma. Pensiamo infatti che l’istituzione della Camera dei Municipi vada incontro all’esigenza di tante realtà di SEL di Roma di avere un luogo di discussione comune, dove affrontare insieme le tante emergenze che il governo della città da parte della giunta Alemanno ci propone ormai quotidianamente.

Ci rendiamo conto che SEL sta vivendo un delicato passaggio di transizione verso una più complessa forma partito. Il Regolamento dell’elezione dei coordinatori dei comuni e dei municipi, ci ha lasciato però alquanto delusi. Ci sembra che manchi quell’aspirazione a diventare una forza della sinistra moderna, aperta, inclusiva.
Noi vogliamo costruire un partito che ha una sua vita democratica fatta di luoghi, regole e procedure. Vogliamo un partito radicato, organizzato, fatto da donne e uomini che partecipano in prima persona alla battaglia per rifondare la politica nel nostro paese. Vogliamo un partito di sinistra, non minoritario, con ambizione di governo e proprio per questo capace di partecipare alla costruzione di un’alternativa al berlusconismo.

La nostra preoccupazione è quella di perdere un’occasione storica. In questi giorni percepiamo nelle strade, nei mercati, tra la gente, un grande interesse verso SEL. Anche grazie alla grande capacità comunicativa di Nichi Vendola, è palese la grande aspettativa che si è creata attorno al nostro partito. Sarebbe gravissimo perdere l’opportunità che ci si offre, solo per abbracciare pratiche e modi di fare politica che non ci appartengono e che rifiutiamo con forza.


L’assemblea degli iscritti alla sezione/circolo di Sel di Borgo - Trionfale - Prati - Delle Vittorie
24 febbraio 2011 

martedì 1 marzo 2011

2 MARZO h. 18,30 FIACCOLATA IN CAMPIDOGLIO: ROMA NON SI GOVERNA CON GLI SLOGAN


PD-SEL-IDV: DOMANI FIACCOLATA IN PIAZZA SAN MARCO

«Ormai è sotto gli occhi di tutti il fallimento delle promesse di Alemanno. La rappresentazione di una città sicura, perché video sorvegliata e militarizzata che il sindaco ha offerto in campagna elettorale, ha mostrato ampiamente tutta la sua inadeguatezza». Lo dichiarano in una nota congiunta Micaela Campana, dell'esecutivo del Partito Democratico di Roma, Marina D'Ortenzio, della segreteria Sinistra Ecologia e Libertà di Roma e responsabile delle politiche di genere e Laura Segatori Responsabile donne Italia dei Valori di Roma. «I terribili fatti accaduti nelle ultime due settimane sono la conferma del fatto che una città come Roma non si governa con slogan o con eventi mediatici, ma con misure concrete che sappiano intervenire sul disagio sociale, sviluppino politiche culturali e interventi adeguati a costruire una nuova convivenza tra generi e generazioni e propongano soluzioni all'integrazione nel rispetto della dignità degli esseri umani, al contrario di quanto è avvenuto con la comunità somala nei giorni scorsi. La violenza sessuale, per noi - conclude il comunicato - non è un problema di ordine pubblico. Esprimiamo la nostra solidarietà alle donne vittime di violenza e ci aspettiamo che il sindaco Alemanno spieghi alle donne e agli uomini di questa città cosa pensa di fare per rendere Roma una capitale a misura di tutti. Per questo, concludono, le donne del Pd Roma, di Sel Roma Area Metropolitana e dell'Idv Roma invitano tutte e tutti ad essere in piazza San Marco mercoledì 2 marzo, alle 18.30, per una fiaccolata sulle scale del Campidoglio, insieme a parlamentari, assessori, consigliere e consiglieri comunali e provinciali».