Dopo sabato scorso non potevo non tornare alla mostra sul PCI. Troppo bella ed interessante per perdersi quei filmati che fanno parte della storia di tutti quelli che si sentono di sinistra, sia socialisti che comunisti. L'atmosfera è fantastica, con quelle luci rosse soffuse sembra di stare in un tempio. La stessa struttura circolare lo fa pensare. Una serie di cerchi concentrici con al centro il palco per le conferenze sulla storia del PCI e i cimeli provenienti dalle Fondazioni Gramsci e Cespe. E' un tuffo nel passato mediato però dalla tecnologia, vera padrona della mostra. Ovunque pannelli e televisori proiettano foto e filmati d'epoca davanti ai quali è possibile sedersi comodamente ed ascoltare l'audio con delle cuffie.
Girando per la mostra è impossibile non essere sopraffatti dalla nostalgia nel vedere tutta quella massa di compagni e compagne che si mobilitavano intorno alle battaglie del PCI sia che fosse per la terra o per i diritti dei lavoratori, per la pace o per il divorzio. Il contrasto col presente di marginalità culturale e politica della sinistra è disarmante.
Attirati come falene da quella lanterna rossa che è la mostra sul PCI tanta gente affolla la grande sala. Trovare delle cuffie libere è impossibile e bisogna fare la fila. Trai visitatori non è infrequente incontrare compagni di un tempo che scelte scellerate hanno portato lontano. Saluti veloci, quasi imbarazzati, poi ognuno riprende la sua strada. Gli stessi organizzatori sono ex-DS ed ora militanti del Partito Democratico.
Il successo della mostra è incredibile e difficile da spiegare. C’è chi dirà che siamo dei nostalgici e che ci rifuggiamo nel passato per non pensare al presente, forse è vero ma me ne importa poco.
All’ora di chiusura si fa fatica ad andare via e si vorrebbe rimanere ancora. Mentre ci si incammina verso casa ci si promette di tornare per vedere quel filmato che non si è riusciti a vedere. La verità, però devo ammetterlo, è che alla mostra ci si sente a casa propria.
Bei tempi quelli in cui non ci si vergognava di fare politica e di dire a tutti di essere di sinistra (anzi comunista!).
La mostra dura fino al 6 febbraio e consiglio chi non lo avesse ancora fatto di andarci. L’indirizzo è Piazza Manfredo Fanti, 47 alla Casa dell'Architettura all'Acquario Romano nel quartiere Esquilino dalle 10 alle 18. Poi la mostra si sposterà a Livorno, Genova, Perugia, Milano e Bologna.
Luca
Si può provare nostalgia per qualcosa che non si è vissuto?
RispondiEliminaForse rimpianto (per usare una parola forte). Data la mia giovane età non ho vissuto nulla del Pci se non di riflesso. Certo un po' mi dispiace di non aver vissuto quella fase. Un periodo in cui la sinistra era forte e superiore. Superiore perché estranea al marciume che la circondava. Forte perché aveva delle grandi proposte alternative al moderatismo e un grande, grande popolo di lavoratori e lavoratrici disposto a sostenerle. Si può affermare lo stesso oggi?
Della mostra mi hanno affascinato i video su Nilde Iotti e Pietro Ingrao, per non parlare di quello sul funerale di Berlinguer con Pertini che si avvicina al feretro circondato da un mare di persone. Che personalità di spessore. Purtroppo noi giovani non abbiamo in vita modelli di questa levatura cui ispirarci ma se vogliamo che la politica sia un po' più pulita non possiamo che rifarci al loro esempio